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Non lasciamolo solo
Mercoledì si riunirà la Segreteria Nazionale che deciderà quale percorso prendere in vista del prossimo incarico per la Presidenza del Consiglio.
Io chiedo ufficialmente che, prima di quella data, i circoli dei vari Comuni e le Assemblee di circoli del PD, prendano posizione, suggeriscano le proprie posizioni al nostro Segretario Nazionale.
Credo che la stessa “rete” ci aiuti a non essere più dei “pachidermi” e quindi a muoverci con maggior velocità rispetto alle scelte della Politica.
Dal mio canto, voglio rendere nota, fin da subito, la mia posizione: chiusura ad ogni dialogo con chi ha governato negli ultimi anni, portandoci alla crisi attuale (Berlusconi, Maroni, Monti) e apertura alle posizioni del Movimento 5 Stelle, in particolare per quanto riguarda le questioni del “costo della politica” e della sua “insistente autorappresentatività”, cose sulle quali mi batto, nel mio piccolo, da diversi anni.
Poi verifica in Parlamento se il Movimento guidato da Grillo, sa accettare la sfida (che, mi rendo conto, il PD proporrebbe con un “po’” di ritardo) di una nuova politica, oppure pensa che sia meglio tornare al voto alla ricerca del superamento del 50%.
Per questo, io credo che in questo momento, Bersani debba sapere cosa pensa la sua base, finendola di ascoltare solamente le 4 persone che gli “ballano” intorno.
Jimmy Pasin
Grazie
Oggi è stata una giornata di riflessione.
Avrei voluto subito scrivere, fin da ieri notte, qualcosa a tutti quelli che mi hanno seguito nelle ultime settimane, in questa nostra campagna elettorale, ma ho preferito farlo dopo qualche ora (anche di riposo), per lasciar “decantare” tutti i pensieri che mi passavano per la testa.
Ma prima di tutto, voglio dire a chiunque abbia la voglia di leggermi, che questa è stata un’esperienza straordinaria!
Non è la solita “chiacchiera” di fine lavoro ma, ripensando a tutto quello che abbiamo fatto e che ci siamo inventati, una cosa VERA.
Camminare per luoghi sui quali andava acceso un enorme riflettore, stare per mercati ad incontrare le persone ascoltando i loro problemi o le reazioni alla presenza di un “politico” che consegna loro (di persona) il proprio volantino, intervenire in diversi incontri per parlare di tutela del territorio, di infrastrutture e di consumo di suolo, è stato esaltante ed appagante, in particolar modo quando queste esperienze sono state “condivise” con tanti di Voi.
E pensare che tutto questo è stato fatto senza l’aiuto di nessuno “finanziatore occulto”, “struttura politica” già ben rodata, totalmente a carico di pochi volontari (non solo presenti a titolo gratuito, ma addirittura finanziatori loro stessi), contro “macchine elettorali” potenti ed organizzate, è più di un miracolo: è la dimostrazione che la “politica” può ancora essere fatta dalle “persone” (dentro o fuori dai partiti).
Quello che volevamo fare, fin dalla mia candidatura, era rendere visibile la “sofferenza” di un territorio e la mancanza di attenzione verso problematiche relative alle sue trasformazioni: io credo che questo ci sia riuscito.
La nostra campagna elettorale si è basata, non tanto su quello che il “candidato” aveva fatto (evitando di pensare alla mia candidatura come “premio” per la mia attività precedente, del resto nota), ma piuttosto su quello che avrebbe fatto se eletto nel Consiglio Regionale.
Io continuo a credere che chiedere di essere eletti come rappresentanti del territorio in un qualunque consesso, debba ancora voler dire questo.
Una parte di delusione, naturalmente, c’è: ci si aspettava che raccontare cosa si può ragionevolmente fare, senza raccontare “frottole”, portasse più adesioni. Così non è stato ma, citando Ambrosoli, le battaglie giuste si combattono, anche se non è detto che si vincano.
Per questo io non posso fare altro che ringraziare, con tutto il mio cuore, tutti quelli che hanno lavorato a questo progetto, sia chi lo ha fatto fisicamente con la sua presenza continua, sia chi ha contribuito saltuariamente perché impegnato nel lavoro o nello studio, sia chi ha potuto aiutarmi solamente attraverso atti di “comunicazione” della campagna.
Le decisioni sul futuro sono ancora di là da venire, ma per il momento io so solo che, almeno all’interno del Partito Democratico, l’area che ha voluto la mia candidatura per mettere in luce la “questione Malpensa”, mi ha dato la grande responsabilità di essere il primo in ognuno dei comuni della zona (ad Arsago, Casorate, Ferno, Golasecca, Lonate, Sesto, Somma e Vizzola) e primo, nel totale dei Comuni di un’area più vasta comprendente anche i Comuni di Cardano, Samarate e Vergiate.
Di tutto questo qualcuno ne dovrà tenere conto, fin da domani se non vogliamo che l’energia che ancora c’è nel CENTROSINISTRA cresca, per diventare compiutamente il Partito che vuole essere VERAMENTE vicini ai problemi del territorio e dei cittadini.
E questo soprattutto grazie a tutti Voi.
Un forte abbraccio dal “vostro” candidato
Jimmy Pasin
Ah….. se vorrete scrivermi non potrò che esserne contento
Abbiamo rispetto dei soldi
Di tutto mi sarei aspettato, tranne di esser criticato per aver condotto una campagna low cost: a basso costo.
Vi scrivo 2 frasi simbolo e poi vengo alle motivazioni:
<<Ma avete stampato pochi volantini!>>
<<Ma voi non mandate per posta le lettere a casa?>>
Lo avevo detto fin dall’inizio che per questa campagna avrei speso il meno possibile e così è stato!
SPESE fin qui fatturate | DONAZIONI fin qui ricevute |
851,39 volantini | 400,00 |
928,00 pubblicità web | 1000,00 |
30,50 affitto sala incontro a Castellanza | 1000,00 |
144,77 gadget: matite in legno | 233,00 (raccolte ad una pizzata) |
137,28 pettorine per km Condiviso | 10,00 |
346,00 distribuzione volantino evento Kusterman | 250,00 |
50,00 | |
150,00 | |
30,00 | |
700,00 (raccolte ad una “cena elettorale” del PD di Somma) | |
2.437,94 |
3.823,00 |
Conosco e ho troppo rispetto delle persone che guadagnano con fatica ogni singolo euro per fare una campagna elettorale sopra le righe.
Pochi manifesti, quelli essenziali. Pochi volantini perché non servono kilometri di carta per convincere le persone. Tanta informazione sul web magari supportata da un po’ di pubblicità.Invito caldamente tutti i candidati a fare altrettanto. Li invito a pubblicizzare quanto speso e a non limitarsi a rendicontare davanti al tribunale le spese. Mi sembra un atto di serietà, un modo per riconquistare un po’ di fiducia negli eletto.
Non siamo tutti uguali: io voglio dimostrarvelo, prima di essere (forse) eletto.
Jimmy Pasin
Ricevo e volentieri rispondo
Carissima Maria Chiara Boninsegna, innanzitutto grazie!
La tua lettera mi ha permesso di capire quanto ancora debba essere fatto, soprattutto nella nostra Lombardia, per garantire a tutte le persone il Diritto alla Salute.
Parlo esplicitamente di tutte le persone, proprio perché ritengo sia doveroso e umanamente importante riuscire a garantire a tutti gli individui l’accesso alla medicina di base.
Per questo, se eletto, mi impegnerò affinché la Legge 286 sia applicata anche in Lombardia, riorganizzando il servizio per venire incontro alle esigenze delle persone,superando le eventuali differenze di accesso alla assistenza sanitaria per gli immigrati comunitari e non comunitari.
Sarà mia premura inoltre favorire e sviluppare maggiormente la medicina pediatrica in modo da garantire ai bambini e alle loro madri tutte le cure indispensabili e necessarie durante i primi anni di vita.
Così come ho fatto da Consigliere Comunale di Somma Lombardo; porrò inoltre tutto il mio impegno affinché il Consiglio Regionale Lombardo, si faccia promotore del riconoscimento ai bambini immigrati da parte dello Stato Italiano del diritto di cittadinanza, evitando loro lo status di cittadino di serie B.
Franceschini, lavoro e Malpensa
Gent. Direttore
Le scrivo per rispondere all’articolo di oggi di Angelo Perna, che tenta di mettere in luce la posizione del PD e della coalizione che sostiene Ambrosoli, sulle questioni legate all’aeroporto di Malpensa.
Non credo si possa dire che “ha vinto la posizione del sommese Jimmy Pasin”, ma piuttosto che ha vinto, dopo 15 anni di “gestione” che hanno portato al fallimento della compagnia aerea di bandiera e al fallimento del progetto di “Malpensa 2000”, una visione realistica e concreta della situazione di fatto.
In particolare, se, come scrive Perna, “l’occupazione legata ai due terminal della Brughiera è sempre più a rischio”, la responsabilità è tutta, dico tutta, attribuibile alla “governance” di SEA, così da auspicare, anche da parte di Massimo Mucchetti, nostro capolista al senato, una sua “revisione”.
Non è possibile continuare ad attribuire a chi da anni, come il sottoscritto, denuncia lo spreco di risorse e la scarsa capacità di visione del futuro, il freno ad un’occupazione che altri avrebbero dovuto realizzare: chi è stato presidente di Alitalia e, prima e dopo questa presidenza, Presidente anche di SEA, chi ha governato la nostra Provincia, la nostra Regione ed il nostro Paese, dal 2000 ad oggi, dovrebbe assumersi le proprie responsabilità.
Il vero freno al problema dell’occupazione, sta nell’aver continuato a proporre il sogno del più grande aeroporto in Europa (ricordiamo i 70 milioni di passeggeri “lanciati” da Bonomi qualche anno fa) e fra i primi cinque nel mondo, invece di lavorare sul più concreto e realizzabile grande aeroporto intercontinentale, capace di confrontarsi con il mercato e con il territorio.
Del resto, lo stesso decreto Bersani, nato dopo il via libera al progetto “Malpensa 2000”, non a quello che oggi viene proposto da SEA con il suo recente Master Plan, non obbligava alla chiusura di Linate, ma proponeva una più stretta relazione tra i due aeroporti milanesi, con Malpensa che si supponeva non superare i 21,5 milioni di passeggeri.
Con il “doping” di Alitalia, l’aeroporto della brughiera ha raggiunto i 24 milioni, che sono subito crollati con la frana della compagnia di bandiera.
Per riprendere uno sviluppo occupazionale serio, non basato sui sogni di pochi, bisognerà tornare alla realtà e gestire con maggiore attenzione quanto già abbiamo. In questo senso andava anche l’intervento di domenica di Franceschini, praticamente incentrato tutto sulla questione del lavoro da ricercare con politiche di sviluppo, all’interno di quello che già abbiamo.
La saluto e la ringrazio per l’attenzione.
Jimmy Pasin
Candidato alle Regionali per il PD con Ambrosoli
INAUGURAZIONE DEL TERZO SATELLITE DI MALPENSA2000
Oggi viene inaugurato, all’aeroporto di Malpensa, in “terzo terzo”, o meglio il terzo satellite del Terminal 1 così come previsto dal progetto “Malpensa 2000”, approvato ormai più di 15 anni fa anche attraverso una VIA “postuma”, cioè rilasciata dopo l’apertura di “Malpensa 2000”.
In questi stessi giorni, tutti parlano della crisi del settore del trasporto aereo che ha inciso notevolmente, negli ultimi anni, sulle potenzialità di tutto il sistema aeroportuale: Malpensa ne è una “punta” negativa, trascinando con sé e/o lasciandosi trascinare dalle cattive scelte della “politica” su Alitalia (che a tutt’oggi continuiamo a pagare).
Diversi sono gli elementi di riflessione in questa giornata:
- Mentre, dopo 15 anni (15!), si completa uno degli elementi fondamentali del progetto “Malpensa 2000”, le mitigazioni e compensazioni ambientali che si rendevano obbligatorie con il rilascio della VIA nel 1999 (attraverso il decreto D’Alema), sono ancora ben al di là dal concludersi, prima fra tutte il processo di delocalizzazione delle aree coinvolte e la loro trasformazione urbanistica.
- Il progetto “Malpensa 2000”, riavviato nel 1994, ed in particolare il progetto del Terminal 1, risale ai primi anni ’70 (gli studi addirittura alla fine degli anni ’60): così, ancora oggi, noi inauguriamo un’opera già vecchia di almeno 40 anni. In nessuna parte del mondo esiste un aeroporto così nuovo e contemporaneamente così vecchio: da almeno 30 anni le aerostazioni non vengono più realizzate con il sistema “Malpensa 2000”, cioè a “satellite collegato”; i più recenti aeroporti, adottano il sistema “in linea”, più confacente ai volumi e alle modalità di trasporto dei nostri tempi.
- Sulla base di quanto detto nel punto precedente, non posso che dolermi dello spreco di energie e di soldi (che seppure “anticipati” da SEA, vengono poi pagati da tutti noi attraverso l’aumento delle tariffe recentemente approvato), e pensare che meglio sarebbe stato ripensare all’investimento per un nuovo satellite “staccato”, magari tra le due piste esistenti, come progettato nel “Master Plan” attualmente oggetto di Valutazione Ambientale. La crisi del numero dei passeggeri (nel 2012 ancora in calo), che porta Malpensa ad una media di circa 18 milioni di passeggeri, avrebbe potuto spingere a sospendere questa inutile spesa magari spostandola sulle compensazioni o mitigazioni ambientali ancora non realizzate. Del resto, pur senza questo satellite, Malpensa aveva raggiunto nel 2007, 24 milioni di passeggeri (potendo anche superarli, secondo gli studi SEA, arrivando quasi a 30), avendo quindi un potenziale per una crescita, nei prossimi anni, pari ad oltre il 50%.
- Infine una riflessione sui tempi di gestione di un progetto che riguarda anche le ipotesi previste dal Master Plan: ancora oggi si dice che i tempi, per un aeroporto, devono essere necessariamente lunghi (fino al 2030), commettendo ancora lo stesso errore, cioè programmare, con le caratteristiche che oggi riteniamo coerenti al contesto sociale, economico, strutturale e funzionale, ma che fra 20 anni potrebbero essere del tutto cambiati. Io cercherei invece di capire quali leve possono essere mosse per accelerare i tempi decisionali, una volta accertata la necessità di un progetto, per realizzarlo al più presto. Solo così non avremmo mai più un progetto così poco funzionale come è successo per il Terminal 1, completato più di 40 anni dopo la sua concezione.
L’inaugurazione di oggi è quindi la chiusura del cantiere “Malpensa 2000”, progetto che è costato a questo Paese, comprendendo le opere di collegamento infrastrutturale e le spese per le Mitigazioni e compensazioni fin qui effettuate, circa 5 miliardi di euro: spesi per portare un aeroporto ormai vecchio, da 12 a 18 milioni di passeggeri. In sostanza, se ci trovassimo in regime “privato”, un fallimento!
Possiamo sperare, in futuro, in un atteggiamento più “ragionevole” da parte del gestore aeroportuale?